
Galatina e la reliquia che sfidò il tempo: la storia del dito di Santa Caterina
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La straordinaria storia del dito di Santa Caterina
Nel cuore del Salento sorge Galatina, una cittadina raffinata e intrisa di storia, famosa per le sue architetture barocche e per l’imponente Basilica di Santa Caterina d’Alessandria. Oltre alla straordinaria bellezza degli affreschi medievali che ricoprono le pareti della chiesa, questo luogo sacro conserva un racconto audace e quasi leggendario: quello della reliquia più preziosa custodita al suo interno. È la storia di un uomo, di un viaggio estremo e di un gesto che ha sfidato il tempo e la morale.
Il viaggio di Raimondello e il dito rubato
Correva l’anno 1300 quando Raimondello Orsini del Balzo, conte di Soleto e figura influente del Regno di Napoli, partì in pellegrinaggio verso il Monte Sinai, in Egitto, per rendere omaggio alla tomba di Santa Caterina d’Alessandria. Secondo la tradizione, lì compì un gesto tanto ardito quanto simbolico: morse e staccò un dito della santa, portandolo con sé fino a Galatina. Un atto estremo che, per quanto oggi possa sembrare sacrilego, all’epoca era vissuto come un segno di devozione, potere e prestigio spirituale. Quel frammento sacro divenne il cuore della nuova basilica che Raimondello fece costruire, trasformando Galatina in un centro religioso di rilievo internazionale.
Un simbolo potente, tra fede e ambizione
Ma cosa spinse davvero Raimondello a rischiare tutto per una reliquia? Qual era il significato profondo di quel gesto, e perché proprio un dito? Domande affascinanti che trovano risposta in un intreccio di fede, politica e simbolismo medievale. Se vuoi conoscere tutti i retroscena, i misteri e le curiosità di questa vicenda unica, sul nostro blog trovi l’approfondimento completo: il contesto storico, i significati nascosti e le testimonianze artistiche conservate nella basilica.
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